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LE PLASTICHE: I NEMICI DELL'AMBIENTE

L’inquinamento da plastica è diventato uno dei temi ambientali più pressanti: la produzione di oggetti in plastica sta oltrepassando la nostra capacità di gestirla...ma andiamo con ordine, che cosa è la plastica? La plastica è un prodotto sintetico a lunga conservazione formato da polimeri. Tra i prodotti dell’attività umana è uno di quelli che si degrada meno velocemente. Per essere completamente degradato sono necessari infatti centinaia di anni.

La produzione e lo sviluppo di migliaia di nuovi prodotti in plastica ha avuto un’accelerazione dopo la Seconda guerra mondiale, trasformando l’età moderna in modo così profondo che, oggi, la vita senza plastica sarebbe irriconoscibile. Le comodità offerte dalla plastica, però, hanno portato a una cultura dell’usa e getta che rivela il lato oscuro di questo materiale: oggi le plastiche monouso costituiscono il 40% di tutte quelle prodotte ogni anno. Una volta che sono in mare, i rifiuti di plastica vengono degradati dalla luce del sole, vento e onde in piccole particelle la cui presenza nei mari è ampia e diffusa. Lo studio evidenzia una contaminazione globale anche dell'acqua potabile: l'83% dei campioni prelevati risulta contaminato, soprattutto dopo gli anni 60.Lenze, reti da pesca, buste, bottiglie, flaconi, e molto molto altro: sono 134 le specie tra pesci, uccelli, tartarughe e mammiferi marini che nel Mediterraneo sono vittime dell’ingestione di plastica. Sui fondali marini del Mare Nostrum sono stati rilevati livelli di microplastiche più elevati mai registrati, fino a 1,9 milioni di frammenti su una superficie di un solo metro quadrato. Le microplastiche ,se ingerite, possono comportare  l’assunzione di virus, batteri e contaminanti tossici da parte degli organismi marini  e trasferite poi lungo la catena alimentare, determinano effetti fisici e tossicologici sugli organismi marini e sulla salute umana: ingeriamo in media cinque grammi di plastica a settimana, l’equivalente di una carta di credito

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  Si è effettuata una proiezione sul futuro della plastica che indaga su cinque possibili scenari di gestione dell’“emergenza plastica” da oggi al 2040. Si va da un modello Business As Usual, nel quale non viene modificato in alcun modo né il tasso di produzione né quello di stoccaggio, a modelli che implementano gli interventi a monte del processo produttivo, come la strategia Reduce and Substitute  e quelli alla fine del ciclo di vita dei prodotti.  Esaminando i risultati delle diverse proiezioni, gli autori evidenziano innanzitutto come la perpetuazione di un modello Business as Usual genererebbe danni gravissimi sia per la salute ambientale, sia per quella umana. Ecco perché la prospettiva d’azione sostenuta è quella di un System Change, che consiste nel mettere in atto tutte le tecnologie disponibili implementandole quanto più possibile: in tal modo, la riduzione dei rifiuti plastici raggiungerebbe addirittura tassi  del 78%, nel 2040.

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